Paolo Grassino

testi di Lóránd Hegyi, Gian Alberto Farinella, Norma Mangione

pagine: 152

formato: 16,5 X 24 cm

data di pubblicazione: febbraio 2008

immagini: 46 col.

confezione: brossura

lingua: Italiano/Francese/Inglese

isbn 978-88-7757-230-1



€34,00

Questo volume è il catalogo della personale tenutasi dal 9 febbraio al 6 aprile 2008 al Musée d’art moderne de Saint Etienne Métropole. Inoltre contiene i testi di Lòrand Hegyi, Norma Mangione e Gian Alberto Farinella.

“I suoi lavori sono ‘pesanti’, talvolta nel senso letterale, ma soprattutto perché, sebbene composti da stratificazioni di diverse superfici, sono una vera e propria penetrazione e un superamento della superficie. Paolo scava all’interno, mostra il ‘dentro’ delle cose e di se stesso. Aggiungendo materia, toglie la ‘pelle’ delle cose, mettendo a nudo ciò che è nascosto dalle apparenze. […] Le sue prime opere erano installazioni dalle forme lineari e geometriche composte da contenitori di vetro, con all’interno dei liquidi colorati. Poi i contenitori sono stati sostituiti dalle tubature di scarico in PVC, scheletri abitativi che piano piano si sono scomposti, intricati come dopo il passaggio di un terremoto e col tempo i liquidi dei primi lavori sono stati assorbiti e condensati nel materiale scelto, la spugna, ‘acquatico’ per definizione. Quello di Grassino è un continuo mettere ordine al disordine e disordine all’ordine, per esplorare sempre nuove possibilità. […] Questo è ciò che accomuna tutta la ricerca di Paolo Grassino: penetrare dentro le cose e portarle fuori, esplorare i confini e le costrizioni, studiarli, superarli per poi tornare indietro” (Norma Mangione).

 

Paolo Grassino nasce a Torino nel 1967 e suo padre Alfredo lo inizia sin da molto giovane alle discipline artistiche. Nel 1984 si iscrive al liceo artistico dove allaccia rapporti lavorativi con alcuni tra i maggiori artisti italiani come Marco Gastini, Luigi Mainolfi, Gilberto Zorio e Sergio Ragalzi. Dal 1988 espone in mostre personali e collettive e nel 1991 inizia l'Accademia Albertina di Torino insieme a Luisa Rabbia, Saverio Todaro, Domenico Borrelli creando un gruppo di lavoro condividendo i primi laboratori.