Pennisole
  • Anteprima
    Marino Magliani

    Materiali onirici di un somarello marino

    postfazione di Dario Voltolini
    pagine: 152
    formato: 12 x 18 cm
    data di pubblicazione: maggio 2024
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn 9788877573117



    €12,00

    In questo suo Materiali onirici di un somarello marino l’autore ci regala quello che è finora il suo libro più misterioso, un racconto inaspettato e subacqueo. Con movenze fiabesche si incontrano e si allontanano esseri acquatici, un “pesiolino azzurro”, un ippocampo Pippocampo, cavalluccio, anzi somarello marino, spugne, granchi, gamberoni come Lucio, un’enigmatica cavalluccia di nome Italia. Questi esseri si muovono in scenari di relitti abbandonati, fondali, pietre tufacee, ringhiere metalliche corrose e impastate di molluschi, coralli. La fiaba ha un’anima dolorosa, ci si muove come in un incubo pieno di pericoli (tra cui noi umani con le nostre reti e i nostri acquari), non si è padroni della propria direzione. È un testo importante per penetrare la scrittura di questo nostro narratore, un ligure di entroterra e di pietre ripide che qui scende direttamente sotto il pelo del mare e ci mostra in forma di apologo cosa si muove sotto la crosta terrestre dei racconti.

     

    Marino Magliani è nato in una valle ligure e ha trascorso gran parte della vita fuori dall’Italia. Oggi vive tra la Liguria e la costa olandese, dove scrive e traduce. Scrittore, traduttore, sceneggiatore di fumetti, il suo ultimo romanzo è Il bambino e le isole (66thand2nd, 2023), finalista Premio Merano; mentre la sua ultima traduzione è Islario fantastico argentino (TARKA edizioni, 2023). Forse, non avrebbe mai scritto “Il discorso di un ippocampo” se non si fosse chiamato Marino.

  • Anteprima
    Gilda Policastro

    La ragnatela

    postfazione di Dario Voltolini
    pagine: 112
    formato: 12 x 18 cm
    data di pubblicazione: maggio 2024
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn 9788877573100



    €12,00

    Attraverso il racconto della tarantella, appassionata e antica danza di festa, corteggiamento e guarigione, Gilda Policastro opera un’incalzante esplorazione e riflessione sulla propria evoluzione, culturale, sentimentale, sessuale ed esistenziale. Nella Ragnatela ogni frase racchiude e dimostra l’abilità e intelligente padronanza della scrittrice. Perché è il modo (il ritmo, la strepitosa mescolanza di lessici derivati da sfere di per sé lontane che in mano sua collidono e fioriscono nel medesimo capoverso, l’essenzialità della scrittura) in cui è scritto che rende il testo mirabolante: come abbia fatto l’autrice a scovare nelle nostre circonvoluzioni cerebrali un’inaspettata porta USB non è dato saperlo, sta di fatto che il download che riusciamo a fare di così tanti tera-contenuti è rapido come un morso di ragno.

     

    Gilda Policastro ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi Il farmaco (Fandango, 2010), Cella (Marsilio, 2015), La parte di Malvasia (La Nave di Teseo, 2021) e i libri di poesia Non come vita (Aragno, 2013), Inattuali (Transeuropa, 2016) e La distinzione (Giulio Perrone, 2023). Docente di Letteratura italiana, collabora con l’Accademia di scrittura creativa Molly Bloom di Roma e coi siti culturali Le parole e le cose. Letteratura e realtà e Snaporaz. Ha pubblicato saggi dedicati ad autori contemporanei, tra i quali L’ultima poesia: scritture anomale e mutazioni di genere dal secondo Novecento a oggi (Mimesis, 2021).

  • Storia di treni, ministri e minestrine

    postfazione di Dario Voltolini
    pagine: 104
    formato: 12 x 18 cm
    data di pubblicazione: aprile 2024
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn 9788877573094



    €12,00

    Per risolvere finalmente la cronica iattura dei ritardi dei treni italiani sull’orario stabilito, si trova una soluzione geniale: per legge si aboliscono gli orari!
    Con una scrittura smagata, sorniona, apparentemente lasca, Andrea Vitali allestisce una situazione dai toni favolistici che sembra sospesa nel tempo. L’apologo scorre divertito e divertente, con un grano di follia, dislocato dalla realtà fattuale con precisione millimetrica, quel tanto che basta (non un passo di troppo) per accogliere il lettore in un passatempo di beata evasione.
    Storia di treni, ministri e minestrine racchiude un nucleo di impietosa, radicale, amara satira sul nostro Paese in un’operazione di raffinato realismo. Solo avendo una piena padronanza dell’arte del racconto si riesce ad appendere a un paradosso iniziale tutta una storia che continuamente ne genera altri, fino a una chiusura beffarda e circolare. Questa Italia dal sapore distopico ma all’indietro (treni sì, ma di profumo ottocentesco, si potrebbe dire) è il marchingegno che Vitali ci regala per intonare insieme con lui questa piccola, devastante, arresa, scanzonata canzone sul nostro Paese. Lo fa con perizia, divertimento, crudeltà.

     

    Andrea Vitali è nato a Bellano, sul lago di Como, nel 1956, dove ha sempre vissuto, esercitando la professione di medico fino al 2013 per poi dedicarsi solamente alla scrittura. Il suo romanzo d’esordio è Il procuratore (Camunia Editore) del 1990. I titoli più recenti sono Genitori cercasi (Einaudi, 2024) e Sua eccellenza perde un pezzo (Garzanti, 2024). Attualmente collabora con Il Fatto Quotidiano.

  • Tutto ciò che resta

    postfazione di Dario Voltolini
    pagine: 88
    formato: 12 x 18 cm
    data di pubblicazione: febbraio 2024
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn 9788877572950



    €12,00

    Si può dire che la lingua madre di Margherita Loy sia direttamente l’italiano letterario. In questi tre nuovi racconti gli elementi portanti sono la possibilità della scrittura di essere semplice ma di aprire improvvise complessità, il gioco dei richiami tra il passato e il presente, la tensione tra la scena narrata e quella vista che si liquefà nel vissuto della parola, la rarefazione che è evocata con termini nitidi e precisi, i riverberi di infinite letture abitate da sempre, refoli bassaniani, il pensiero che gioca con le parole. E soprattutto la presenza dell’oggetto emblematico che catalizza verso sé le storie perdute e ne rende disponibile la narrazione.
    Abbiamo tre gioielli in questa raccolta. Ciascuno racchiude un mondo, conserva relazioni e affetti, vite irripetibili. Ma la loro essenza di gioielli riverbera su mondi, relazioni, affetti e vite il pregio del valore delle loro pietre, dell’oro, delle perle.
    Margherita Loy è una narratrice che nutre un personale rispetto nei confronti delle storie che racconta. Questo è un dato caratteriale che permea la sua prosa e la impreziosisce, sebbene la scrittrice mantenga con cura affilato il rasoio e appuntito il bulino al cospetto dei dolori e delle sofferenze.

     

    Margherita Loy è nata a Roma nel 1959 e da molti anni vive nella campagna lucchese. Ha condotto programmi sui libri per l’emittente Videomusic, programmi culturali su Rai Radio Tre, tradotto libri per Astrolabio-Ubaldini Editore e pubblicato racconti sulla rivista “Paragone Letteratura” e nell’antologia Parole apparecchiate (2011) edita da Trasciatti Editore. Ha inventato libri d’arte per bambini per Gallucci Editore: La cameretta di van Gogh (2015, 2023); Magritte. Questo non è un libro (2021); Pop al pomodoro (2021). Per Zona Franca Edizioni ha pubblicato la raccolta di racconti V.O.L.A., Vino, olio, latte e acqua (2013), per Atlantide Edizioni i romanzi Una storia ungherese (2018), La dinastia dei dolori (2020) e Dio a me ha dato la collina (2022), mentre per l’editore Barta è uscito nel 2023 il romanzo Delia o mattino di giugno. Attualmente tiene un blog di letteratura e arte su “Il Fatto Quotidiano”.

  • Camere oscure

    postfazione di Dario Voltolini
    pagine: 88
    formato: 12 x 18 cm
    data di pubblicazione: febbraio 2024
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn 9788877573070



    €12,00

    “La casa”, scrive Ernesto Aloia citando Gaston Bachelard, “è uno dei più potenti elementi di integrazione per i pensieri, i ricordi e i sogni dell’uomo”. La casa è quella di famiglia, costruita in pietra nel 1930, una casa di paese. La famiglia si ramifica verso il passato perdendo via via nitidezza, sfumando “nella grande dimenticanza”. L’alta scrittura di Aloia si muove tra le camere oscure della casa e della vita delle persone porgendo al lettore una fluida serie di immagini che si muovono come una danzatrice sul filo in un esercizio di equilibrismo accortissimo. L’esito di una tale unicità di tocco è una scrittura tanto potentemente evocativa quanto apparentemente scabra.

    Narratore disincantato, profondamente nutrito di grande letteratura, gentile per classe e non per timidezza, Ernesto Aloia imbastisce un ambiente incantato e lo fa con la concretezza delle pietre, ci porge un oggetto vaporoso di fantasmi e lo fa con uno sguardo acutissimo, ci invita a un concerto lussureggiante e lo fa in sordina.

     

    Ernesto Aloia è uno scrittore torinese nato nel 1965. Ha pubblicato per minimum fax le raccolte Chi si ricorda di Peter Szoke? (2003) e Sacra Fame dell’Oro (2006) a cui sono seguiti i romanzi I compagni del fuoco (Rizzoli, 2007), Paesaggio con incendio (minimum fax, 2011) e La vita riflessa (Bompiani, 2018).

  • Ritratto dell'autore da giovane statua

    Pennisole

    postfazione di Dario Voltolini
    pagine: 80
    formato: 12 x 18 cm
    data di pubblicazione: ottobre 2023
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn 9788877573049



    €12,00

    Gravitano attorno alla produzione maggiore di Andrea Canobbio, il cui esito maggiore è stato il monumentale “La traversata notturna” (La nave di Teseo, 2022), vari satelliti: testi brevi, apparentemente semplici, che toccano con delicatezza punti autobiografici, aspetti del carattere dell’autore medesimo. Questo “Ritratto” ne fa parte. La scrittura di Canobbio è probabilmente la più nitida e trasparente fra quelle nella nostra lingua e questa caratteristica tanto elegante quanto schiva talvolta evidenzia, talaltra cela, una complessità di composizione che è sempre ferrea e straordinariamente articolata. Il “Ritratto”, sotto la dichiarata valenza autobiografica, è soprattutto un gioco di nascondimento e di scoperta condotto a più livelli: l’autore commenta un proprio diario scritto nella giovinezza (squisita la gestione della distanza e della vicinanza), demolendolo, ricostruendolo, frammentandolo e ricomponendolo. In questa operazione Canobbio ci conduce all’interno della sua raffinata officina di scrittura e ci mostra alcuni dei suoi utensili: l’immagine, la fotografia, il ricordo, il puzzle, la cassetta di strumenti di precisione da applicare alla confusione del caos. Questo satellite autobiografico (non solamente “auto” e anche “bio/grafico”) è definibile come “perla”.

     

    Andrea Canobbio nasce nel 1962 a Torino, dove vive e lavora nel campo dell'editoria. I suoi libri sono: la raccolta di racconti Vasi cinesi (Einaudi, 1989), con cui ha vinto il premio Grinzane opera prima e il premio Mondello opera prima; i romanzi Traslochi (Einaudi, 1992), Padri di padri (Einaudi, 1997), Indivisibili (Rizzoli, 2000), finalista premio Strega, Il naturale disordine delle cose (Einaudi, 2004), premio Brancati, e Tre anni luce (Feltrinelli, 2013), premio Mondello opera italiana; e infine i due brevi testi autobiografici Presentimento (Nottetempo, 2007) e Mostrarsi (Nottetempo, 2011). Nel 2022 ha pubblicato il libro La traversata notturna (La nave di Teseo), finalista premio Strega 2023.