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  • ciboxmenti geistesnharung food4thought

    testi: Gigi Brozzoni, Giacomo Fornari, Giuseppe Lo Russo, Alessandra Pace, Pier Luigi Sacco, Paola Tognon
    pagine: 224
    formato: 16,50 x 24 cm
    data di pubblicazione: ottobre 2005
    immagini: 90 b/n e col.
    confezione: brossura
    lingua: italiano/tedesco/inglese
    isbn 9788877571939



    €30,00

    Ciboxmenti è un’iniziativa ideata e realizzata dalla Provincia Autonoma di Bolzano a cura di Paola Tognon e Gigi Brozzoni, direttore del Seminario Permanente Luigi Veronelli.

    Il progetto di ciboxmenti ha visto la collaborazione di quattro cuochi e cinque artisti impegnati in un’intensa riflessione sui concetti di cibo e arte. Tema del progetto è il rapporto tra arte e gusto, arte e nutrimento e, più in generale, l’indagine dell’origine creativa, sociale e politica dei processi di produzione e trasformazione degli alimenti.

    Questo volume documenta l’esperienza del progetto e della mostra, il suo percorso, gli eventi espositivi e le performance che lo hanno accompagnato, le riflessioni e le testimonianze degli autori, degli artisti e dei cuochi che hanno contribuito alla realizzazione di ciboxmenti.

    Curato da Alessandra Pace, il volume si propone di illustrare compiutamente l’intero progetto: utilizzando il cibo come oggetto di riflessione, sono stati realizzati interventi e sperimentazioni con “sconfinamenti” in ambito sociale, economico, artistico e culinario per indagare il rapporto cibo/arte. Questo libro ne illustra le dinamiche avvalendosi di numerose testimonianze scritte e di un ricco apparato iconografico.

    Artisti: Raúl Cárdenas Osuna, Francesco Jodice, Dunja Scannavini, Sissel Tolaas, Ben Vautier
    Cuochi: Burkhard Bacher, Herbert Hintner, Thomas Mayr, Davide Scabin

  • Marcello Levi: ritratto di un collezionista. Dal Futurismo all’Arte Povera

    testi di Maria Centonze, Robert Lumley, Francesco Manacorda
    pagine: 160
    formato: cm 21,5 x 30,5
    data di pubblicazione: settembre 2005
    immagini: 65 col. e b/n
    confezione: brossura
    lingua: italiano/inglese
    isbn 9788877571953

     



    €26,00

    Il volume è pubblicato in occasione della mostra allestita all’Estorick Collection di Londra dal 14 settembre al 18 dicembre 2005.

    From Futurism to Arte Povera: Works from the Marcello Levi Collection porta a Londra per la prima volta più di cinquanta tra dipinti, disegni, sculture e istallazioni dalla Collezione Marcello Levi, uno dei più grandi collezionisti di arte contemporanea in Italia. Levi ha iniziato collezionando disegni e dipinti futuristi oltre alle opere di maestri come Klee e Man Ray, per poi diventare uno dei primissimi collezionisti di Arte Povera. La sua incredibile lungimiranza lo ha portato a mettere insieme un importante gruppo di opere che raramente sono state esibite in pubblico prima di adesso.

    Levi inizia a collezionare arte durante lo stesso periodo di Erick Estorick, ma con una preferenza per l’arte astratta rispetto a quella figurativa. La selezione delle opere in mostra, e la disposizione di alcune opere chiave rivela affascinanti paralleli e differenze nelle loro due modalità di approccio al collezionismo.

    Il volume è corredato dai testi di Robert Lumley (professore di Storia della cultura italiana all’University College di Londra) e di Francesco Manacorda (critico d’arte e curatore della Collezione Levi) oltre a una conversazione di Maria Centonze con Marcello Levi.

  • Gilberto Zorio

    testi di Ada Masoero, Marco Meneguzzo, Giorgio Verzotti, Klaus Wolbert
    pagine: 192
    formato: 21,50 x 30,50 cm
    data di pubblicazione: luglio 2005
    illustrazioni: 121 b/n e col.
    confezione: edizione cartonata
    lingua: italiano/tedesco/inglese
    isbn 9788877571830



    €45,00

    Il volume presenta l’ampia produzione di Zorio ripercorrendo le tappe fondamentali della sua carriera a partire dalle prime mostre degli anni sessanta (Tenda; Rosa-blu-rosa, 1967; Odio, 1969), passando per gli anni ottanta e novanta (Per purificare le parole, 1982; Stella con giavellotti, 1985; Canoa di Columbus, 1990; La piazza di Valencia, 1991; Stella di terracotta, 1995; Marranotto, 1996) fino ai lavori più recenti e inediti (Senza titolo; Barca nuragica, 2000; Stella di cuoio, 2005). “Zorio non guarda all’energia, non la considera, non la analizza, ma la ama e la esprime. Non si reggono quasi quarant’anni di attività, giocando più sul livello sentimentale, sensuale, sciamanico che razionale e concettuale dell’azione artistica, se questa attitudine non è connaturata al proprio essere, se non esiste, cioè, una “comunione” con l’energia del mondo. Al pari di ogni sua opera, Gilberto Zorio è l’energia e al tempo stesso la sua metafora.” (Marco Meneguzzo)

    La monografia si avvale dei testi critici di Ada Masoero, Marco Meneguzzo, Giorgio Verzotti e del direttore dell’Institut Mathildenhöhe, Klaus Wolbert.

     

    Gilberto Zorio dal 1967 ha partecipato alle principali mostre dell’Arte Povera. Al 1976 risale la personale al Kunstmuseum di Lucerna, poi espone in numerose istituzioni museali come lo Stedelijk Museum di Amsterdam (1979), il Centre Georges Pompidou di Parigi (1986), la Fundação de Serralves di Oporto (1990), Documenta di Kassel (1992), il Dia Center for the Arts (2001) e la Galleria Sonnabend di New York (2004).

  • Giorgio Griffa

    POST SCRIPTUM

    testo di Giorgio Griffa
    pagine: 160
    formato: 16,5 x 23,5 cm
    data di pubblicazione: luglio 2005
    immagini: 70 col.
    confezione: brossura
    lingua: italiano/inglese
    isbn 9788877571922



    €26,00

    Il volume è edito in occasione della mostra allestita all’Institut Mathildenhöhe di Darmstadt dal 23 luglio al 4 settembre 2005.

    “Questo scritto è destinato a coloro i quali ritengono che la mia pittura sia un esercizio più o meno elegante di estetismo decorativo. Ad essi intendo dire che credo e mi affido al valore lirico del colore e dei segni, ma non penso che la pittura, e l’arte in genere, sia una fuga dalla realtà, una zona franca. Credo al contrario che essa continui ad essere uno strumento di conoscenza e quindi di immersione nella realtà.” (Giorgio Griffa)

    Giorgio Griffa è nato a Torino nel 1936. Dal 1968 ha tenuto circa cento esposizioni personali in spazi pubblici e privati, fra cui la XXXIX Biennale di Venezia nel 1980 e la GAM di Torino nel 2001-02. Ha pubblicato i seguenti testi: Non c’è rosa senza spine (Martano, Torino 1975); Cani sciolti antichisti (Martano e Samanedizioni, Genova 1980);  Drugstore Parnassus (Martano e Ottenhausen Verlag, Aachen 1981); In nascita di Cibera (Studio Noacco, Chieri 1989); 434-442-443-... (Franco Masoero, Torino 1992); Il  principio di indeterminazione (Maestri Incisori, Milano 1994); Di segno in segno, con Martina Corgnati (Stefano Fumagalli, Bergamo 1995); Come un dialogo (Lorenzelli Arte, Milano 1997); Approdo a Gilania (Galleria Giancarlo Salzano, Torino 1998); Intelligenza della materia (Galleria Giancarlo Salzano, Torino 2000); 60 schizzi da opere 1968/2000 e un testo (Franco Masoero, Torino 2000); Nelle orme dei Cantos (Libri Scheiwiller, Milano 2001).

  • Gilberto Zorio. Phosphoros

    pagine: 44
    formato: 30,5 x 21,5 cm
    data di pubblicazione: luglio 2005
    immagini: 38 col.
    confezione: edizione cartonata
    lingua: italiano
    isbn 9788877571946



    €25,00

    Il volume è pubblicato in occasione della mostra allestita presso l’Institut Mathildenhöhe di Darmstadt dal 23 luglio al 4 settembre 2005.

    L’album raccoglie diciannove disegni realizzati dall’artista tra il 1999 e il 2005 e qui riprodotti nella duplice visione con luce e al buio. L’utilizzo della pittura fosforescente, infatti, permette di illuminare e “accendere” il disegno in una multiforme luminescenza, in un paesaggio fosforescente e indefinito.

     

    Gilberto Zorio, scultore italiano, è tra i principali esponenti dell'Arte Povera italiana. Dal 1967 ha partecipato alle principali mostre dell’Arte Povera e sono innumerevoli le sue mostre, personali e collettive, presso spazi pubblici e privati. Al 1976 risale la personale al Kunstmuseum di Lucerna, poi espone in numerose istituzioni museali come lo Stedelijk Museum di Amsterdam (1979), la Galleria Civica di Arte Modena e il Kunstverein di Stoccarda (1985), Il Centre d’Art Contemporain di Ginevra e il Centre Georges Pompidou di Parigi (1986), la Fundação de Serralves di Oporto (1990), L’Istituto Valenciano de Arte Moderno di Valencia (1991), il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (1992), Documenta di Kassel (1992) la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento (1996), il Dia Center for the Arts (2001) e la Galleria Sonnabend di New York (2004).

  • Mario Merz

    Voglio fare subito un libro

    a cura di Beatrice Merz
    introduzione di Harald Szeemann
    pagine: 172
    formato: 16,5 x 23,5 cm
    data di pubblicazione: aprile 2005
    confezione: brossura
    lingua: italiano
    isbn 9788877571915



    €24,00

    Questa è la nuova edizione, riveduta e corretta, degli scritti dell’artista pubblicati per la prima volta nel 1985.

    “Voglio fare subito un libro è una raccolta di testi editi e inediti scritti da Mario Merz fino al 1985, in cui il dialogo tra le ‘forze’ dell’arte e quelle della letteratura erompe alle volte lussureggiante e brillante e alle volte aspro e critico, si concentra o si disperde in vari argomenti che scorrono nelle pagine come in un fiume in piena. Le libertà poetiche di cui Mario Merz si appropria nell’atto dello scrivere sono incastri di suggerimenti e riferimenti alla sua arte. Un’arte gestita sulla base di invenzioni: di strutture architettoniche (la progressione dei tavoli, delle spirali o dei più conosciuti igloo…), di costruzioni pittoriche (che si sviluppano fin dalla nascita di Merz artista), sullo sviluppo ciclico naturale e numerale degli elementi (l’applicazione della progressione numerica di Fibonacci), sull’utilizzo di materiali rifiutati dalla società (vetri rotti, giornali vecchi…), sulle dichiarazioni strategiche (“Se il nemico si concentra perde terreno, se si disperde perde forza”, “Objet cache-toi”, “Città irreale…”) che nelle sue opere vengono inserite come assiomi e nella lettura di questo libro affiorano come tracce.” Harald Szeemann