la stanza del mondo
  • L'archivio dei danni collaterali

    La stanza del mondo

    traduzione dall'arabo di Ada Barbaro
    postfazione della traduttrice
    pagine: 248
    formato: 16 x 22,5 cm
    data di pubblicazione: aprile 2023
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn 9788877572974



    €24,00

    Namir, un giovane studioso iracheno che ha conseguito il dottorato ad Harvard, viene assunto da alcuni registi per documentare la devastazione dell'invasione dell'Iraq nel 2003. Durante un'escursione a Baghdad, Namir si avventura in via al-Mutanabbi, famosa per le sue librerie, dove incontra Wadud, un eccentrico librario che sta cercando di catalogare tutto ciò che è stato distrutto dalla guerra: da oggetti, edifici, libri e manoscritti, flora e fauna a esseri umani. Namir rimane ossessionato dall'archivio di Wadud e, ripensando alla sua vita a New York, scopre quanto sia profondamente intrecciata ai frammenti del passato e del presente della sua terra. Quasi un "esercizio di paesaggio", stilisticamente ambizioso, tra i relitti della guerra e il potere della memoria.

     

    Sinan Antoon, nato e cresciuto a Baghdad, è poeta, romanziere, traduttore e accademico. Negli Stati Uniti ha conseguito un dottorato in Letteratura araba nel 2006. Sue poesie e saggi sono apparsi in diverse riviste, in inglese e in arabo. Tra i suoi romanzi pubblicati ricordiamo Wahdaha Shajarat al-Rumman ("Solo il melograno") del 2010, vincitore del Best Arab Book Award nel 2014. Attualmente è professore associato presso la Gallatin School della New York University e co-fondatore e co-editore della rivista Jadaliyya.

  • Le ceneri della fenice e altri racconti

    La stanza del mondo

    pagine: 148
    formato: 16 x 22,5 cm
    data di pubblicazione: ottobre 2022
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn 9788877572899



    €20,00

    C’è l’oceano. C’è il sicomoro e il giuggiolo. C’è la guerra. Ci sono le madri, le figlie. E c’è la habaryar, la madre piccola. C’è Mogadiscio, Roma, l’Europa sua e della storia africana. Il mondo di Ubah Cristina Ali Farah si dipana in uno spazio complesso e chiaramente contemporaneo, segnato però da profondissimi richiami a una sapienza antica e da una dimensione spesso, ma non sempre, onirica. La prima raccolta di racconti pubblicata in Italia comprende l’intero percorso letterario di Ubah Cristina Ali Farah, oltre a una serie di poesie e un testo teatrale inedito. La raffinatezza della sua lingua emerge potente, mostrando la caratura internazionale di una delle scrittrici italiane più interessanti del nostro panorama artistico.

     

    Ubah Cristina Ali Farah, scrittrice e poetessa somala e italiana. Vincitrice del Premio Lingua Madre (2006) e Vittorini (2008), scrittrice in residenza nei più prestigiosi programmi artistici internazionali, è autrice di tre romanzi: Madre piccola (Frassinelli, 2007; 66thand2nd, 2022), Il comandante del fiume (66thand2nd, 2014; 2022), Le stazioni della luna (66thand2nd, 2021) e dell’ekphrasis La danza dell’orice (Juxta Press, 2020) ispirata a un’opera dell’artista keniana Wangechi Mutu. Nel 2018 ha lavorato alla riscrittura dell’Antigone andata diretta a Palermo da Giuseppe Massa e al libretto dell’opera comunitaria Silent City per Matera 2019, diretta da James Bonas con musiche composte da Nigel Osborne. È consulente per UNDP Somalia al progetto “Oral History Histography for Peacebuilding”.

  • Il leone e l'usignolo. Un viaggio attraverso la Turchia moderna

    La stanza del mondo

    traduzione di Luca Castelletti
    postfazione di Andrea Bajani
    pagine: 164
    formato: 16 x 22,5 cm
    data di pubblicazione: aprile 2022
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn 9788877572875



    €23,00

    La Turchia, terra divisa tra Oriente e Occidente, appare sospesa tra il suo glorioso passato e un futuro pericoloso e imprevedibile. Dopo il tentato colpo di stato militare contro il presidente Erdoğan nel 2016, un evento che ha scioccato il mondo, il giornalista e romanziere Kaya Genç viaggia alla ricerca dei luoghi e delle persone che racchiudono in sé i contrasti del ricco passato del suo Paese. Mentre attentatori suicidi attaccano Istanbul, e giornalisti e insegnanti vengono imprigionati, Genç cammina per le strade dei quartieri ottomani, raccontando le storie di ordinari cittadini turchi che vivono i conflitti dell’Anatolia. Il leone e l’usignolo, intrecciando memorie, interviste e l'autobiografia dell'autore, è un viaggio contemporaneo attraverso l'anima di un Paese la cui storia è stata divisa tra violenza e bellezza, tra il ruggito dei leoni e il canto degli usignoli.

     

    Kaya Genç è un giornalista, romanziere e saggista di Istanbul. Ha un dottorato in Letteratura inglese ed è autore di quattro libri: The Lion and the Nightingale (I.B. Tauris, 2019), Under the Shadow (I.B. Tauris, 2016), An Istanbul Anthology (American University in Cairo Press, 2015) e Macera (YKY, 2008). Ha contribuito con saggi e articoli alle principali riviste e giornali del mondo, tra cui il New York Times, Foreign Affairs, Times Literary Supplement, The New Yorker, The Nation, The Paris Review, The Guardian e The Financial Times. The Atlantic ha scelto gli scritti di Kaya per la lista delle “migliori opere di giornalismo del 2014” della rivista.

  • Non siete stati ancora sconfitti

    La stanza del mondo

    traduzione di Monica Ruocco
    pagine: 288
    formato: 16 x 22,5 cm
    data di pubblicazione: ottobre 2021
    confezione: brossura
    lingua: italiano
    isbn 9788877572882



    €23,00

    Prima traduzione italiana degli scritti del blogger e attivista Alaa Abd el-Fattah, uno dei protagonisti della rivoluzione di piazza Tahrir del 2011. Il libro esce grazie a una rete internazionale di editor e giornalisti, alla famiglia dell’autore, ad Amnesty International che da anni segue il caso dello scrittore tuttora in carcere, ad ARCI e alla collaborazione con la casa editrice Fitzcarraldo di Londra lo pubblica contemporaneamente nella traduzione inglese. Un volume in grado di restituire la drammatica situazione dell'Egitto nelle cui carceri si stimano siano reclusi oltre 60.000 detenuti politici e di coscienza, sottoposti a torture, esecuzioni capitali, ingiusto processo e lunghi periodi di detenzione preventiva, in palese violazione dei diritti umani e civili.

     

    Alaa Abd el-Fattah, nato nel 1981 al Cairo, è entrato per la prima volta in prigione a 25 anni, nel 2006. Le autorità egiziane lo avevano arrestato durante una manifestazione pacifica al Cairo. Divenuto la figura simbolo della dissidenza egiziana ha trascorso gli ultimi sei anni praticamente sempre dentro una cella, privato anche dei libri e della carta per scrivere. È considerato da Amnesty International un ‘prigioniero di coscienza’, il più noto tra le decine di migliaia di detenuti politici nelle carceri egiziane. Figlio della più importante famiglia egiziana di attivisti e difensori dei diritti umani e civili, Alaa incarna un’intera generazione di giovani egiziani che mettono la propria vita e la propria intelligenza al servizio del diritto alla dignità, individuale e collettiva.

  • Campi magnetici. Scritti di arte e politica

    La stanza del mondo

    traduzione di Anna Maria Farinato
    pagine: 224
    formato: 16 x 22,5 cm
    data di pubblicazione: settembre 2021
    confezione: brossura
    lingua: italiano
    isbn 9788877572325



    €24,00

    L’arte e la politica sono campi fortemente connessi tra loro, si attraggono e si respingono, disegnano continuità e provocano rotture. I saggi raccolti in questo volume sono soggetti alla tensione tra queste due forze. Sono riflessioni sulla condizione contemporanea, sulla pratica artistica, sui limiti e le potenzialità del museo: ogni testo è situato nel tempo e nello spazio, e riflette il percorso intellettuale di Manuel Borja-Villel, a capo di importanti istituzioni museali, e alcune delle sue preoccupazioni curatoriali, come responsabile di numerose mostre ed eventi pubblici negli ultimi trent’anni. Sostenitore dell’ibridazione e della condivisione di conoscenze, di fronte all’inaccessibile compartimentazione del sapere, questo libro è impegnato nella ricerca interdisciplinare e nell’interrelazione di più campi. Ed è, soprattutto, un invito a riflettere sull’arte, sulle sue organizzazioni e sui suoi attori.

     

    Manuel Borja-Villel è nato a Burriana, Spagna, nel 1957. È stato direttore del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, direttore del Museu d’Art Contemporani di Barcellona, e precedentemente della Fondació Antoni Tàpies di Barcellona. Ha conseguito una laurea in Storia dell’Arte all’Università di Valencia, Spagna, e un dottorato in Storia dell’Arte presso il Graduate Center, City University di New York. Curatore della XXXV Bienal de São Paulo, vive attualmente a Madrid.

  • Il libro della scomparsa

    La stanza del mondo

    traduzione dall'arabo di Barbara Teresi
    pagine: 184
    formato: 16 x 22,5 cm
    data di pubblicazione: maggio 2021
    confezione: brossura
    lingua: italiano
    isbn 9788877572813

     



    €23,00

    Il mistero avvolge un fatto senza precedenti: verso la mezzanotte di una notte qualsiasi, tutti i palestinesi improvvisamente scompaiono, volatilizzati. Non si sa che fine abbiano fatto autisti, braccianti, medici e infermieri, giovani e vecchi. Cosa potrebbe accadere agli israeliani se i palestinesi non fossero più, allo stesso tempo, il nemico, il capro espiatorio, l’alibi? Cosa succede quando, nella propria vita, scompare il nemico? La scrittrice palestinese Ibtisam Azem firma uno dei romanzi più innovativi del panorama letterario arabo.

     

    Ibtisam Azem, giornalista e scrittrice palestinese, ha pubblicato due romanzi in arabo: Sariq al-Nawm (Il ladro del sonno, 2011) e Sifr al-Ikhtifaa (Il libro della scomparsa, 2014), entrambi per Dar al-Jamal (Beirut, Baghdad e Freiberg am Neckar). Il libro della scomparsa è alla sua prima traduzione italiana. Nata e cresciuta a Taybeh, a nord di Giaffa, Ibtisam Azem ha studiato all’Università Ebraica di Gerusalemme e successivamente all’Università di Freiburg in Germania. Lavora come corrispondente a New York per il quotidiano arabo al-Araby al-Jadeed e come co-responsabile della ezine Jadaliyya.