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pubblicazioni
  • Storia, finzioni. Cinque fughe teatrali

    postfazione di Graziano Graziani
    pagine: 152
    formato: 16 x 22,5 cm
    data di pubblicazione: ottobre 2024
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn 9788877573179



    €20,00

    Tutto quello che in queste fughe si racconta è visto e perso di vista attraverso le nebbie della Storia, è un lembo di bruciante verità esistenziale rimasto impigliato nella trama mai troppo precisata degli eventi collettivi: l’agonia dell’avventura coloniale italiana attraverso la lente deformata di una “storia di famiglia”; il processo a Leni Riefenstahl, la regista di Hitler, ricostruito in forma di audizione per uno spettacolo; l’ondivaga confessione del primo terrorista dissociato della sinistra rivoluzionaria tedesca degli anni ’70; l’imperialismo russo che si ripete in farsa nelle gesta di un attore chiamato a sostituire Vladimir Putin nelle occasioni ufficiali; il maggio del ’68 concentrato e dissolto nel claustrofobico “dramma da camera” di un commissariato parigino.
    In una continua confusione tra sfondo e figura, il singolo continua a essere, come diceva Georg Büchner, “solo schiuma sulle onde” e l’anacronismo del teatro l’unico luogo in cui il suo urlo possa ancora riecheggiare.

     

    Attilio Scarpellini, critico, scrittore e dramaturg. Tra i fondatori dell’associazione di giornalisti Lettera 22 e uno dei principali sostenitori del movimento del Teatro indipendente, ha scritto sulle pagine di Diario e del settimanale online La differenza. Ha diretto la rivista Quaderni del teatro di Roma e ha collaborato alla rubrica di teatro di doppiozero. Tutor di drammaturgia al laboratorio “Corpo scritto” di Elvira Frosini e Daniele Timpano, ha insegnato all’Università di Roma La Sapienza e alla scuola di alta formazione per la danza Da.re. Tra i suoi scritti troviamo L’angelo rovesciato. Quattro saggi sull’11 settembre e la scomparsa della realtà (Idea, 2008), La fortezza vuota. Discorso sulla perdita di senso del teatro (con Massimiliano Civica, Edizioni dell’asino, 2014), Il tempo sospeso delle immagini (Mimesis, 2020) e Figlio di cane (Mimesis, 2024). Racconta immagini e libri ai microfoni di Rai Radio 3.

  • Mario Merz Igloo. Catalogue Raisonné Vol. 1

    pagine: 560
    formato: 23 x 27 cm
    data di pubblicazione: settembre 2024
    immagini: 350 col. e b/n
    confezione: brossura cucita cartonata
    edizione italiana
    isbn: 9788877572615



    €75,00

    Il primo volume del catalogo ragionato dell’opera dell’artista è dedicato agli igloo. Basato sull’esaustiva ricerca condotta dalla storica dell’arte Maddalena Disch, è un progetto editoriale di Fondazione Merz, con il supporto del Comitato Scientifico ed Editoriale composto da Mariano Boggia, Luisa Borio, Richard Flood, Beatrice Merz, Frances Morris e Vicente Todolì. Il volume è introdotto da un testo a firma di Beatrice Merz e dal saggio di Maddalena Disch. Ogni opera è presentata con una scheda analitica storica e biografica coadiuvata da accurati riferimenti bibliografici e da un esauriente repertorio fotografico.

    Il volume include testi dell’artista e interviste a Jean-Christophe Ammann, Mirella Bandini, Sergio Barana, Matteo Benvenuti, Achille Bonito Oliva, Germano Celant, Bruno Corà, Danilo Eccher, Corinna Ferrari, Piero Gilardi, Marlis Grüterich, Claudio Guarda, Michael Haerdter, Richard Koshalek, Corrado Levi, Salvatore Licitra, Beatrice Merz, Linda Morris, Fumio Nanjo, Suzanne Pagé, Gabriele Perretta, Bartolomeo Pietromarchi, Mila Pistoi, Barbara Reise, Giuseppe Risso, Harald Szeemann, Laura Tansini, Caroline Tisdall, Tommaso Trini, Paolo Vagheggi, Gemma Vincenzini e Francesco Vincitorio; oltre a una nota biografica e alla bibliografia a cura dell’Archivio Merz.

    Il libro, costituito da 560 pagine e 350 immagini, esce in due edizioni, una in lingua italiana e una in lingua inglese.

     

    Il progetto è realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Italian Council (2023).

  • La promessa del ritorno

    postfazione di Dario Voltolini
    pagine: 80
    formato: 12 x 18 cm
    data di pubblicazione: giugno 2024
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn: 9788877573155



    €12,00

    Animali diversi si stagliano nel mondo creato da Santangelo, un mondo crudo, violento, il nostro. Una selvaggia pantera lotta contro la sottomissione e il fare noncurante degli uomini, una famiglia di tonni cerca vendetta davanti a mani feroci che frantumano, due cani combattono clandestinamente senza volerlo, un ragazzo invece cerca ancora il “domani”, insieme a suo nonno e alla sua gallina, con gli occhi pieni di speranza e di meraviglia mentre ammira il razzo volante ancora a terra. Si passeggia tra passato e presente, per l’antica Roma, nell’arena del Colosseo, tra i pescherecci che si affacciano su un mare colmo di sangue, in mezzo a gabbie galleggianti e un cielo pieno di stelle. Si cerca il “domani”, anche quando il confine tra bene e male sembra essere molto marcato.

    Titoli dei racconti: “La pantera che visse tre volte”; “La fossa”; “La vendetta dei tonni”; “La promessa del ritorno”.

    Saggio: “Perché scrivere favole oggi”.

     

    Evelina Santangelo è scrittrice, editor e insegnante di Tecniche della Narrazione. Per Einaudi ha pubblicato i racconti "L’occhio cieco del mondo" e diversi romanzi, tra i quali: "Il giorno degli orsi volanti" del 2005, "Senzaterra" del 2008 e "Da un altro mondo" del 2018 (libro dell’anno 2018 Fahrenheit, Rai Radio 3; Premio Feudo di Maida 17ª edizione; Superpremio Sciascia-Racalmare 30ª edizione; Premio Pozzale Luigi Russo 67ª edizione). Il suo ultimo libro è uscito per Einaudi nel 2023 "Il sentimento del mare" (Premio Costa Smeralda). Sempre per Einaudi ha curato Terra matta di Vincenzo Rabito, ha tradotto Firmino di Sam Savage e Rock ’n’ Roll di Tom Stoppard. Suoi articoli sono usciti su quotidiani, blog e settimanali nazionali. Collabora con il settimanale "L’Espresso".

  • La morte dell’atleta

    La stanza del mondo

    postfazione di Dávid Szolláth
    traduzione di Mariarosaria Sciglitano
    pagine: 168
    formato: 16 x 22,5 cm
    data di pubblicazione: giugno 2024
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn: 9788877573148



    €23,00

    Un atleta muore in circostanze che non si sanno spiegare e a ricostruire la sua vita sarà la fidanzata Hildi, incaricata da una casa editrice di scrivere un mémoire. Hildi inizierà così ad indagare tentando di fare chiarezza sulla vicenda, sui colleghi del suo amato Bálint e sulla soffocante atmosfera postbellica che li circonda. Sullo sfondo di uno stadio chiuso, controllato, così come il regime socialista ungherese dell’epoca, un gruppo di amici è accomunato da un unico, agognato obiettivo: raggiungere un primato, nello sport e nella vita, attraverso la sfida e la conoscenza di se stessi. Scopriranno presto che quell’aspirazione è inafferrabile, come la verità e la morte stessa.

    Finito nel 1961, La morte dell’atleta è uscito in Ungheria solo nel 1966 dopo essere stato pubblicato in francese da Editions du Seuil (1965) e poco prima che uscisse in tedesco presso la Hanser Verlag di Monaco (1966), che indusse la censura ungherese ad autorizzarne la pubblicazione in patria. Da allora è stato tradotto in una decina di lingue.

     

    Miklós Mészöly (Szekszárd, 1921 – Budapest, 2001) è tra gli scrittori ungheresi più significativi della seconda metà del Novecento.
    Laureatosi in legge nel 1944, viene mandato al fronte lo stesso anno, cadendo prigioniero in Serbia. Lavora come drammaturgo, dal 1958 collabora con la rivista letteraria Jelenkor, cofondatore dell'Accademia delle Arti e della Letteratura Széchenyi, è tra i portavoce della Demokratikus Charta. Tra le sue opere più note si segnalano – per motivi di censura politica non ne sono state pubblicate molte – Magasiskola, Saulus, Pontos történetek, útközben, Film, Megbocsátás, Otthon és világ.

  • Esausti in croce

    La stanza del mondo

    traduzione di Wasim Dahmash
    prefazione di Raúl Zurita
    postfazione di Paola Caridi
    pagine: 144
    formato: 16 x 22,5 cm
    data di pubblicazione: maggio 2024
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn: 9788877573131



    €20,00

    È un tappeto di storie tessute sulla terra, in Palestina e oltre i confini dell’identità. Esausti in croce, una delle raccolte di poesia tra le più importanti di Najwan Darwish, va nella profondità della cronaca recente, e allo stesso tempo la inserisce, come il ricamo che è tipico della tradizione palestinese, su una storia ben più lunga. Si tratta di un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio, così come nelle relazioni tra le anime. Un viaggio fisico, fatto di tappe, di riflessioni sui luoghi e le città. La poesia diventa, così, lo strumento per dare corpo – finalmente – alla invisibilità palestinese. Invisibilità del pensiero, della vita, delle donne e degli uomini, degli alberi. È una poesia che è racconto preciso, tagliente, netto, politico.

     

    Najwan Darwish (Gerusalemme, 1978) è uno dei più importanti poeti in lingua araba. Palestinese, autore di numerose raccolte di poesia, tradotte e pubblicate in tutto il mondo in oltre venti lingue, Darwish dedica alla sua terra e alle persone che vi sono indissolubilmente legate versi dalla profondità e dalla nettezza rare. Intellettuale pubblico, giornalista culturale tra i più noti nella stampa regionale, Darwish rappresenta una delle punte più alte della poesia, non solo araba, come testimoniato anche da Raúl Zurita nella sua prefazione.

  • Materiali onirici di un somarello marino

    postfazione di Dario Voltolini
    pagine: 152
    formato: 12 x 18 cm
    data di pubblicazione: maggio 2024
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn: 9788877573117



    €12,00

    In questo suo Materiali onirici di un somarello marino l’autore ci regala quello che è finora il suo libro più misterioso, un racconto inaspettato e subacqueo. Con movenze fiabesche si incontrano e si allontanano esseri acquatici, un “pesiolino azzurro”, un ippocampo Pippocampo, cavalluccio, anzi somarello marino, spugne, granchi, gamberoni come Lucio, un’enigmatica cavalluccia di nome Italia. Questi esseri si muovono in scenari di relitti abbandonati, fondali, pietre tufacee, ringhiere metalliche corrose e impastate di molluschi, coralli. La fiaba ha un’anima dolorosa, ci si muove come in un incubo pieno di pericoli (tra cui noi umani con le nostre reti e i nostri acquari), non si è padroni della propria direzione. È un testo importante per penetrare la scrittura di questo nostro narratore, un ligure di entroterra e di pietre ripide che qui scende direttamente sotto il pelo del mare e ci mostra in forma di apologo cosa si muove sotto la crosta terrestre dei racconti.

     

    Marino Magliani è nato in una valle ligure e ha trascorso gran parte della vita fuori dall’Italia. Oggi vive tra la Liguria e la costa olandese, dove scrive e traduce. Scrittore, traduttore, sceneggiatore di fumetti, il suo ultimo romanzo è Il bambino e le isole (66thand2nd, 2023), finalista Premio Merano; mentre la sua ultima traduzione è Islario fantastico argentino (TARKA edizioni, 2023). Forse, non avrebbe mai scritto “Il discorso di un ippocampo” se non si fosse chiamato Marino.