Il bambino Gino Enn introduce uno per uno i suoi compagni di classe, che descrive prendendo spunti dai loro difetti corporei e dalle manie comportamentali che li caratterizzano e che, accentuate da una divertente inversione prospettica, ne determinano il ruolo di monstrum: Cucco Fulvo, ad esempio, ha due orecchie che sembrano altoparlanti e un naso a pulsante che lo fanno somigliare a un televisore, Foffo Frino ogni volta che respira si gonfia come un palloncino e sale in cielo, mentre Ciaba Brina piange caramelle alla frutta e i gemelli Fritti Fratti si trasformano in bicicletta.
La classe di mostriciattoli che Piero Gilardi disegna e Sebastiano Ruiz Mignone racconta è la metafora di un mondo ideale in cui la mancanza di pregiudizi e la tolleranza verso il prossimo consentono di rivestire di positività i difetti e le manie di tutti e di fare della conoscenza reciproca un momento di autentica magia.
Piero Gilardi (Torino, 1942). Artista che sin dagli anni Sessanta pone al centro della sua ricerca il dissidio terminologico tra Natura - alla cui “ricostruzione” si applica fin dai primi Tappeti natura in poliuretano - e Cultura, segnatamente la cultura tecnologica cui in anni recenti l’artista ha grandemente contribuito con la creazione e le attività dell’associazione parigina Ars Technica. Ne La classe dei mostriciattoli Gilardi si avvale tanto della sua formazione accademica quanto dell’esperienza condotta nel sociale, ritraendo con leggero spirito caricaturale i compagni di Gino Enn.
Sebastiano Ruiz Mignone (Santo Stefano Belbo, Cuneo, 1947). Scenografo teatrale e cinematografico, ha scritto testi televisivi e radiofonici; finalista al Premio Città di Verbania - Il Battello a Vapore, nel 1994, con il romanzo Guidone Mangiaterra e gli sporcaccioni.