Da dove ci arriva questa lunga bellissima frase di Sara Fruner, fatta di immagini e di suoni, di luoghi e di pensieri, di sradicamenti e prese di possesso dell’alieno, questa frase che canta mentre racconta, che vede mentre chiude gli occhi, che ci porta con sé e non ci lascia mai soli, mai indietro, mai distratti, che però ci allevia dal presente e ci invita allo svago del viaggio, dell’incontro inaspettato, in una Lettonia che come una sfera riflette sulla sua superficie cromata tutto l’universo?
Quale silenzio questa musica vivente va a increspare, con il suo ritmo perfetto, il suo impensato canto polifonico ma gregoriano? Che tragitto compie questa scrittura, quale mondo trafigge, come ne esce? Dove va a finire tutta la melodia di cui è composta, in quale silenzio ritorna? Nello stesso silenzio da cui ci è arrivata?
Ritorna in un silenzio che è radicalmente diverso da quello da cui proviene. In ciò consiste l’arricchimento che l’arte letteraria ci regala. Forse non esiste un finale di frase così drasticamente opposto al suo inizio. Di certo non in una frase così gentile.
Sara Fruner, nata a Riva del Garda, laureata in inglese e specializzata in traduzione letteraria, ha abitato per gli ultimi nove anni a New York, dove è stata docente di italiano presso la New York University e il Fashion Institute of Technology. Dal 2025 abita a Firenze, e continua a insegnare italiano. A L’istante largo, suo romanzo d’esordio (Bollati Boringhieri, 2020 e 2022), che le è valso il secondo posto al premio Nazionale Severino Cesari Opera Prima 2021, sono seguiti La notte del bene (Bollati Boringhieri, 2022) e La luce laggiù (Neri Pozza, 2025). In poesia alterna volumi in italiano e in inglese: Bitter Bites from Sugar Hills (Bordighera Press, 2018), Lucciole in palmo alla notte (Supernova, 2019), La rossa goletta (Crocetti, 2024). I suoi articoli di cinema, arte e letteratura sono apparsi sulle riviste La Voce di New York, CinematoGraphie, Magazzino 23, Brick, e dal 2024 tiene “Cine-gate”, una rubrica di recensioni cinematografiche sulla pagina culturale di Gate. Fra le sue traduzioni di prosa e poesia figurano opere di Dionne Brand, Monique Truong, Sello Duiker, Raj Rao, Marie-Helene Bertino, Jane Hirshfield e W. S. Merwin. È stata accettata in numerose residenze per scrittori e traduttori, fra cui Bogliasco Foundation, Emily Harvey Foundation, The Studios of Key West, Banff Center for the Arts, Übersetzerhaus Looren, Casa delle Traduzioni di Roma.