Collane
  • Scolpire il vento

    a cura di Laura Barreca
    pagine: 96
    formato: 21 x 14,8 cm
    data di pubblicazione: ottobre 2023
    confezione: brossura
    lingua: italiano
    isbn 9788877573056



    €15,00

    Il volume costituisce il catalogo del progetto di Francesco Bartoli per mudaC | museo delle arti Carrara e raccoglie immagini, disegni, foto, appunti e bozzetti che documentano la genesi del film omonimo e della sua installazione finale. Il volume è concepito come strumento di diffusione del progetto esposto ma anche come veicolo di promozione turistica e del patrimonio culturale locale. Il progetto “Scolpire il vento” di Francesco Bartoli, vincitore del PAC - Piano per l’Arte Contemporanea 2021 della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, a cura di Laura Barreca, ha previsto la produzione di un film, ed è uno dei 39 progetti selezionati tra le 98 proposte giunte all’edizione 2021 del bando, per l’acquisizione, la produzione e la valorizzazione di opere dell’arte e della creatività contemporanea destinate al patrimonio pubblico italiano. Il titolo dell’opera è liberamente ispirato al celebre libro di Andrej Tarkovskij “Scolpire il tempo”, e in linea con l’indirizzo culturale del museo, si configura come una narrazione poetica e un dialogo con il territorio delle Alpi Apuane, legando insieme passato e presente, scultura e paesaggio, arte e innovazione tecnologica. Il progetto è stato inoltre realizzato con la collaborazione del Museo Omero per i non vedenti di Ancona e in partnership con l’Accademia di Belle Arti di Carrara. «La produzione di un’opera complessa come quella di Bartoli -commenta la direttrice del Museo Laura Barreca – è una straordinaria occasione per rileggere il territorio di Carrara attraverso la creatività e l’intuizione poetica, il cui esito sarà un film che entrerà a fare parte della collezione permanente del mudaC, grazie al sostegno che la DGCC ha destinato a supporto dei musei italiani attraverso il PAC Piano per l’Arte Contemporanea 2021».

  • PALERMO MON AMOUR

    Enzo Sellerio, Letizia Battaglia, Franco Zecchin, Fabio Sgroi, Lia Pasqualino

    Testi di Giorgio Vasta, Valentina Greco, Olivia e Antonio Sellerio (Archivio Sellerio), Marta Sollima (Archivio Letizia Battaglia), Franco Zecchin, Fabio Sgroi, Lia Pasqualino

    pagine: 184
    formato: 14,5 x 21 cm
    data di pubblicazione: ottobre 2023
    immagini: 109 a colori e b/n
    confezione: brossura cucita
    edizione: italiana
    isbn 9788877573025



    €37,00

    Catalogo della mostra Palermo Mon Amour curata da Valentina Greco per la Fondazione Merz in collaborazione con il Centro internazionale di fotografia Letizia Battaglia e l’archivio Enzo Sellerio. Il volume restituisce in un racconto per immagini la storia di Palermo dagli anni Cinquanta al 1992. Un racconto che ha il ritmo simile a una passeggiata visiva attraverso le ricerche e le intuizioni di cinque fotografi, cinque sguardi, che hanno indagato con sentimenti diversi l’immaginario poetico di Palermo raccontando una città in continua deflagrazione, e non sempre ricomposta nella sua complessità. Oggetto di una visione gentile, giocosa, colta, antiretorica, che è anche acutissima testimonianza della scena sociale degli anni Cinquanta e Sessanta, densa di situazioni stratificate di miseria e degrado ma in attesa di una possibile rinascita civile ed economica, Palermo subisce l’ulteriore assalto degli anni Settanta, dei fatti quotidiani di cronaca feroce, fino al 1992, anno in cui sembrava, ancora una volta, che tutto potesse cambiare. Attraverso le fotografie di Enzo Sellerio, Letizia Battaglia, Franco Zecchin, Fabio Sgroi, Lia Pasqualino comprendiamo un nuovo codice visivo, le sequenze delle loro fotografie amplificano i nostri sentimenti e aggiungono nozioni a quelle che abbiamo acquisite di ciò che è necessario vedere per posizionarsi nel mondo.

    Oltre al testo curatoriale d Valentina Greco, il volume è arricchito dai contributi biografici di Olivia e Antonio Sellerio per l'Archivio Enzo Sellerio, Marta Sollima per l'Archivio Letizia Battaglia, Franco Zecchin, Fabio Sgroi e Lia Pasqualino, oltre ad un commuovente racconto di Giorgio Vasta.

  • Clic

    Pennisole

    postfazione di Dario Voltolini
    pagine: 80
    formato: 12 x 18 cm
    data di pubblicazione: giugno 2023
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn 9788877573018



    €12,00

    Nel monologo "Clic", dell’indimenticabile autore di "Codice", la scena è accennatamente ospedaliera. Esiste, evocato da un mero nome, il che ne fa un personaggio assai potente, un certo dr. Dickmans. Il monologante parla apparentemente a ruota libera di temi e questioni varie, produce proprie riflessioni su di sé, sul mondo, sulla situazione che sta vivendo. Ma noi seguiamo questa voce con un’inquietudine crescente, poiché ci appare a ogni passo sempre più chiaro che l’andamento stesso del raccontare è il racconto, non ciò che la voce dice. Infatti la voce viene spesso interrotta da un segno/suono, cioè “clic”, che spezza il suo corso così come contemporaneamente spezza la nostra ricostruzione mentale della scena.
    Le continue fratture sono quindi tanto del monologante quanto del lettore/ascoltatore. Questo semplice ma geniale “clic” ci lega al monologante più di qualunque altra trovata empatica, o narrativa, o visiva, o esperienziale.

     

    Mario Giorgi è nato a Bologna nel 1956. Ha scritto testi per radio, teatro, tv. Ha pubblicato Codice (Bollati Boringhieri 1994), Biancaneve (Bollati Boringhieri 1995), Sulla torre antica (Portofranco 1998), 23 : 59 (Rai Eri 1999), Torpore (Portofranco 2001), Alter E (Un fagiano) (:duepunti 2010), Società del Programma Spaziale (CS_libri 2016), Configurazione Alieno (CS_libri 2019), Fiori (Tiemme 2019).

  • Il tempo che rimane

    La stanza del mondo

    postfazione di Matteo Maria Zuppi
    pagine: 144
    formato: 16 x 22,5 cm
    data di pubblicazione: maggio 2023
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn 9788877572981



    €20,00

    Belma Goralija è andata via improvvisamente. Non ho avuto il tempo di incontrarla nella sua casa o al caffè, come avevo pensato. Neppure ho avuto il tempo di tornare a Sarajevo, dove viveva. Complice la pandemia che ha cancellato il biglietto aereo che avevo acquistato due anni fa. Ora rimpiango questo tempo perduto da parte mia e mi sconvolge il tempo vorace della natura umana, in cui scorrono i nostri giorni. Non potremo incontrarci, parlare, ascoltare. Non potrò più scrivere quello che avrei potuto scrivere. Allora io e chiunque altro può chiedere: che fare del tempo che rimane? Proprio quel tempo, il nostro tempo che ci rimane da vivere. Prima era il tempo di correre, di scrivere, ogni giorno. Di raccontare agli altri quello che la vita quotidiana dischiudeva. Oggi mi sembra il tempo di afferrare i ricordi di chi abbiamo incontrato, perché hanno qualcosa o forse tanto da insegnare. Questo verbo mi sembra bellissimo. Il tempo che rimane è attraversato dai loro volti, dalle loro storie, da quello che ci hanno insegnato. L’indice del libro saranno le lettere dei loro nomi.

     

    Filippo Landi nasce a Roma nel 1954. Si laurea in Scienze Politiche all’Università La Sapienza di Roma. Nel 1978 partecipa alla fondazione del settimanale "Il Sabato". Entra in Rai nel 1987. Corrispondente in Arabia Saudita e in Kuwait durante la Prima Guerra del Golfo, poi in ex Jugoslavia e a Sarajevo, durante gli anni dell’assedio, in Kosovo e in Albania. Nel 2001 torna in Medio Oriente, come corrispondente della Rai a Il Cairo e dal 2003 a Gerusalemme, dove rimane fino al 2014. Sulla sua esperienza in Kosovo ha scritto Un treno per Blace (La Meridiana, 1999).

  • Ruzzoloni

    Pennisole

    postfazione di Dario Voltolini
    pagine: 120
    formato: 12 x 18 cm
    data di pubblicazione: aprile 2023
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn 9788877573001



    €12,00

    Con la maturità stilistica e l’abilità di strutturare temporalmente la narrazione che hanno richiamato su di lei l’attenzione fin dal suo recente esordio, Francesca Zupin costruisce un racconto limpidissimo in perfetto equilibrio tra dolore e grazia. Ricomponendo in una sequenza caleidoscopica un quarantennio di vite, Zupin ci porge una storia di amori sottotraccia, di quasi amicizie, di morti silenziose, di relazioni disincantate: ma in verità l’incanto è tutto profondo ed è fatto di sentimenti e disillusioni potenti che si muovono sotto le vite dei personaggi come lontani, invincibili magneti. Il fulcro sta nel personaggio di Nina, una figura che resterà nelle meditazioni che saprà suscitare nei lettori e nei loro cuori. Zupin tratteggia con eleganza i luoghi che accolgono queste vicende piccole e intimamente grandissime, la città di mare, i suoi gentili e struggenti luoghi d’incontro, due balconi, una pasticceria, certi gradini. Con altrettanta finezza convoca luoghi lontani – Stati Uniti, Germania – con partenze, ritorni, una nave che salpa, lettere che arrivano. Il timbro sicuro della voce di questa scrittrice, una singolare miscela di sontuosità e di sobrietà, è una nuova e bella presenza nella nostra letteratura.

     

    Francesca Zupin è nata a Trieste. Si è laureata all’Università Bocconi di Milano e ha conseguito un master alla Scuola Holden. Lavora in un’università scientifica internazionale in Medio Oriente. Ha esordito nel 2022 con il romanzo Salvamento (Bollati Boringhieri Editore).

  • Stiratore di luce

    Pennisole

    postfazione di Dario Voltolini
    pagine: 88
    formato: 12 x 18 cm
    data di pubblicazione: aprile 2023
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn 9788877572998



    €12,00

    Bodo vive con la mamma nei pressi del Lorettoberg. Bodo e la mamma lavorano nella loro bottega: lavano, stirano. A Bodo piace molto stirare. Quando è possibile, prima di andare a dormire, si affaccia alla finestra e la brezza che scende dal Lorettoberg lo conforta. Bodo si addormenta malinconico e sereno. È un cuore semplice, ma ha degli entusiasmi a volte sconvolgenti, tenuti calmi farmacologicamente. Bodo ama la mamma. Bodo si innamora di una cliente. Quando questa, con la sua famiglia, tornerà nel suo paese poco oltre il vicino confine, l’amore di Bodo prenderà possesso di tutto Bodo. La maestria di Franco Stelzer ci regala un personaggio meraviglioso, una presenza che non si dimentica. Il testo, con nervature mitteleuropee, viene intarsiato con una lingua profondamente italiana, bella come un cristallo di neve. Un racconto la cui dose precisa e misurata di incanto rende la prosa e il suo ritmo capaci di dipingere una simile creatura, Bodo, aderendo alla sua delicata demenza con tutta la complessità e l’intelligenza della voce che la narra. La sua empatia verso la figura che sta inventando è totale, con una punta di durezza crudele che riguarda sì Bodo, ma soprattutto, esemplarmente attraverso lui, tutti quanti noi. Questa storia d’amore è un sussurro potente. Il dolore assoluto che gli corre dentro, però, arriva al traguardo solo per secondo, perché a vincere, sul filo di lana, è invece una misteriosa e inalienabile felicità.

     

    Franco Stelzer è nato nel 1956 a Trento, dove è tornato a vivere nel 2002, dopo lunghi soggiorni a Bologna e in Germania. Ha lavorato per molti anni come insegnante di Lettere al Liceo linguistico. Traduttore dal tedesco (Perutz, Ungar, Tumler, Gruenbein), ha pubblicato per Einaudi i volumi di racconti Ano di volpi argentate (2000), Il nostro primo, solenne, stranissimo Natale senza di lei (2003) e per Edizioni Il Maestrale il romanzo Matematici nel sole (2009). Nel 2018 ha pubblicato, sempre per Einaudi, il romanzo Cosa diremo agli angeli.