storia dell'arte
  • Mario Bertoni

    Tempi e forme. Una ricerca sulle arti visive contemporanee

    pagine: 309
    formato: 16 x 22,5 cm
    data di pubblicazione: maggio 1998
    immagini: 72
    confezione: brossura
    lingua: italiano
    isbn 978887757075X



    €21,69

    Il libro vuole essere una ricognizione effettuata attorno ad alcune delle maggiori ricerche del nostro secolo in discipline diverse (filosofiche, scientifiche, storiche), in modo tale da delineare una molteplicità di risposte e significati e una pluralità di pronunce del termine del termine tempo, assai utili per leggere in una diversa ottica molte delle manifestazioni dell’arte contemporanea. In particolare, le figure e le forme del tempo che risultano da queste letture sembrano essere proprietà intrinseche agli “oggetti artistici”, una sorta di “teoria” dei tempi-orologi interni che si manifestano secondo grammatiche e sintassi differenti: le nozioni di momento, attimo, divenire, intervallo, evento, ne costituiscono gli elementi e rivelano quanto il tempo possa essere manipolato in una gamma davvero molto ampia di modi, di velocità, scorrimenti, ritmi, intervalli, retroazioni, dando vita a una varietà altrettanto estesa di figure. Il tutto accompagnato costantemente dall’attenzione per i fenomeni estetici salienti della contemporaneità.

    Mario Bertoni è nato a Modena, laureato in Filosofia presso l’Università degli studi di Bologna, ricercatore storico scientifico, giornalista, ha curato mostre e monografie di artisti contemporanei.

  • Roma, il libro delle fondazioni

    traduzione e cura di Roberto Berardi
    pagine 288
    formato 16 x 22,5 cm
    data di pubblicazione novembre 1991
    confezione brossura
    lingua italiano
    isbn: 9788877570334



    €20,66

    Quali sono le origini della costruzione del potere, dell’uso della violenza come strumento cosciente, dello spargimento di sangue come fondamento del collettivo, che costituiscono la base del pensiero e delle pratiche della nostra civiltà? Quando Roma decise di costruire il Campidoglio, fu scoperta sotto le fondazioni una testa umana, dal viso intatto. Si direbbe che il soldato, raffigurato in primo piano nell’opera di A. Caron (1521 – 1599) che apre il libro, ritto in trionfo su un podio rotondo, l’abbia appena ritrovata. La mostra come si mostra un trofeo. Si direbbe che questi combattimenti, questi assassinii abbiano luogo nello zoccolo di sostegno, nei sostegni stessi dei monumenti. Queste battaglie fondamentali sono il soggetto di questo libro, chiamato Libro delle fondazioni. Fondazioni dei muri di pietra sulla carne, fondazione della città, della sua storia, della sua cultura, dei suoi spettacoli, della sua politica: ma anche dei nostri. Saggio di filosofia della conoscenza, questo libro è una ricerca della realtà snaturata dalle formazioni ideologiche, traccia i possibili lineamenti di un sapere e di un pensiero costruiti fuori dal furore delle lotte verbali e dalle delimitazioni di potenza. Sono i termini stessi di una cultura, natura, civiltà, che trovano qui, in negativo e in positivo, una loro nuova determinazione.

    Michel Serres (1930-2019) è stato filosofo e scrittore francese. Membro dell'Académie Francaise, ha insegnato Storia della scienza presso l'Università di Paris 1 e la Stanford University. Tra gli ultimi saggi: Hominescence (2001),L'incandescent (2003), Récits d'humanisme (2006), Musique (2011). In Italia sono pubblicati L'ermafrodito. Sarrasine scultore (Bollati Boringhieri, 1989), Tempo di crisi (Bollati Boringhieri, 2010), Non è un mondo per vecchi (Bollati Boringhieri, 2013), Darwin, Napoleone e il samaritano (Bollati Boringhieri, 2017) e Contro i bei tempi andati (2018). Nel 2014 gli è stato conferito il premio Nonino.

  • Michel Serres

    Carpaccio Studi

    traduzione di Anne-Marie Sauzeau Boetti
    pagine: 132
    formato: 16 x 22,5 cm
    data di pubblicazione: maggio 1990
    confezione: brossura
    lingua: italiano
    isbn 978887757014X



    €20,66

    Un viaggio, Venezia, Lugano, Berlino, Aix en Provence, New York e di nuovo Venezia, nel corpo parcellizzato del pittore Carpaccio, nella sua opera sparsa. Un viaggio tra storie, miti, metodi e idee, un percorso avventuroso e fervido. Un viaggio nell’opera di Carpaccio che si inserisce all’interno di un ciclo sulla pittura (M. Serres ha scritto su altri pittori: Poussin Vermeer, Latour, Turner, Bonnard e sulla scultura), che a sua volta è parte di un ciclo sull’arte, in un ciclo ancora più vasto sulla forma della produzione mentale. Sono le tappe pazienti di un lungo periplo intrapreso più di vent’anni fa. Tutta la filosofia di M. Serres si presenta in forma di viaggio, un viaggio pieno delle passioni e delle tribolazioni di Ermes-Mercurio, dio degli incroci. Ermes passa dovunque nello spazio e nel tempo, tra le scienze formali e quelle fisiche, dalla loro nascita nell’antichità fino al loro stato attuale; passa il valico critico che separa e unisce scienze “dure” e scienze umane; scienze, racconti e miti; scienze, arte e storia delle religioni. Ad ogni tappa corrisponde un libro o parte di un libro, nel ciclo intitolato Hermes e altrove. Man mano che procede lo spostamento, il disegno si fa più coerente. Un’immagine globale si delinea come una promessa aperta. Sarà forse quella di una filosofia odierna?

  • L'arciere da un occhio e mezzo

    introduzione e note di Jean Claude Marcadé
    traduzione di Renata Francheschi
    pagine: 344
    formato: 16 x 22,5 cm
    data di pubblicazione: luglio 1989
    immagini: 44
    confezione: brossura
    lingua: italiano
    isbn 9788877570016



    €18,08

    “Il titolo è simbolico: l’arciere sciita, che rappresenta il creatore asiatico, lanciato al galoppo sul confine del mondo occidentale e orientale, col volto rivolto verso l’immenso Oriente (l’impero plurinazionale russo, la Persia, la Cina, il Giappone, l’India), solo con la metà di un occhio osserva quanto viene dall’Occidente. Il significato della metafora è chiaro, contestabile forse, ma deliberatamente provocatorio: l’arte russa d’avanguardia esiste in sé, trova sul suo terreno le forme necessarie, l’ispirazione creatrice”. Le memorie di Benedikt Livšic, che coprono un periodo cruciale dello sviluppo artistico in Russia, assumono un’importanza fondamentale nella ricostruzione dell’epopea della rivoluzione espressiva dei primi due decenni del XX secolo. Introduzione di Jean Claude Marcadé.

    Benedikt Konstantinovich Livšic (1887-1938) fu un poeta e uno scrittore dell’Epoca d’argento della poesia russa e traduttore di poesie franco-russe. Nato da una famiglia ebrea, si laureò in legge all'Università di Kiev nel 1912. Fu arruolato nell'esercito russo e prestò servizio durante la prima guerra mondiale. Insieme a Wladimir Burliuk, David Burliuk, Vladimir Mayakovsky e Vasily Kamensky fu membro e cofondatore del grande gruppo futurista russo Hylaea. Nel 1938 fu vittima delle grandi purghe di Stalin.

  • Scritti 1910 -1915

    pagine: 155
    formato: 16,5 x 22,5 cm
    data di pubblicazione: novembre 1987
    immagini: 9 col.
    confezione: brossura
    lingua: italiano
    isbn 9788877570156



    €12,91

    Questa raccolta comprende scritti dell’artista tedesco, fondatore con Kandinsky del gruppo Der Blaue Reiter. Gli scritti ordinati cronologicamente dal 1910 al 1915 comprendono articoli e note sulla teoria e la politica dell’arte, i testi apparsi per l’Almanacco Der Blaue Reiter e gli scritti del periodo della guerra alla quale Marc partecipò dal 1914 al marzo del 1916. Questi scritti sono una importantissima chiave per conoscere da vicino il panorama dell’arte europea dell’età delle avanguardie, il clima fondamentale per lo sviluppo artistico del nostro secolo. Permeata di riflessioni quale il rifiuto della prospettiva rinascimentale, l’importanza della sintesi e della costruttività nella composizione, il rapporto tra arte e scienza, il significato trascendente della guerra, la narrazione risulta sempre oracolare e visionaria.

    Franz Marc, nato a Monaco di Baviera nel 1880 da una famiglia di rigida confessione calvinista, si iscrive alla facoltà di Filosofia dell’Università Ludwig Maximilian, per poi abbandonare gli studi e intraprendere un nuovo percorso all’Accademia di Belle Arti di Monaco. Con l’intento di affermare il punto di vista degli animali al corrotto mondo degli uomini piuttosto che il contrario, Marc si impone nel panorama artistico grazie alla sua straordinaria visionarietà. Fonda nel 1911 il gruppo Der Blaue Reiter, assieme a Kandinskij, Klee, von Jawlensky ed altri. Si arruola volontario nell’Esercito Imperiale tedesco per perire nel 1916 nei pressi di Verdun.