arte contemporanea
  • Anteprima

    Il Giardino delle Risonanze. La Pinacoteca Nazionale di Bologna incontra il MAMbo

    a cura di Giulia Adami e Valerio Mezzolani

    ideata da Costantino D’Orazio e Lorenzo Balbi

    pagine: 200
    formato: 17 x 24 cm
    data di pubblicazione: gennaio 2026
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn 9788877573353



    €18,00

    Il Giardino delle Risonanze è un invito a camminare tra epoche che si guardano, tra forme che si cercano, tra artisti separati dai secoli eppure in dialogo serrato, come se la storia non fosse una linea, ma un’eco, un giardino in cui ogni gesto creativo vibra ancora tra i rami del tempo.

    L’esposizione propone un innovativo dialogo tra le opere conservate nei depositi della Pinacoteca Nazionale di Bologna – molte delle quali raramente visibili al pubblico – e le ricerche di sedici artisti contemporanei attivi sulla scena bolognese. Le connessioni che emergono negli spazi della Pinacoteca e del MAMbo sono risonanze simboliche e formali, capaci di attraversare epoche, linguaggi e sensibilità.

    Il “giardino” evocato nel titolo è un’immagine culturale e concettuale: uno spazio di relazioni, tensioni e armonie, in cui l’umano e il naturale si intrecciano e si rispecchiano: legami antichi che i processi avviati a partire dalla rivoluzione industriale hanno fatto perdere di vista, ma che echeggiano ancora nel nostro linguaggio a partire dal termine cultura, dal latino colere, “coltivare”.

    Un percorso espositivo che invita a interrogarsi sul senso della collezione, della memoria e della trasformazione.

     

    Gli artisti del Giardino delle Risonanze: Josef Albers, Anna Tappari, Giuseppe Maria Crespi, Jean Couy, Cuoghi Corsello, Anton Raphael Mengs, Giorgio Alvise Baffo, Eva Marisaldi, Enrico Serotti, Alessandro Algardi, Francis Bacon, Zapruder, Giorgio De Chirico, Felice Giani, Filippo Scandellari, Daniel Seghers, Erasmus Quellinus Il Giovane, Arianna Zama, Giorgio Morandi, Alessandra Dragoni, Giuseppe De Nittis, Luigi Venturi, Riccardo Baruzzi, Ubaldo Gandolfi, Élisabeth Vigée Le Brun, Emma Masut, Domenico Maria Viani, Italo Zuffi, Hans Fronius, Fanny & Alexander, Luigi Serra, Paolo Chiasera, Otto Dix, Bruno Munari, Jean Arp, Kurt Regschek, Zimmerfrei, Alessandro Tiarini, Tommaso Silvestroni, Valentino Solmi, Filippo Tappi, Maestro Vpr, Federico Zamboni, Guido Cagnacci, Emidio Clementi, Stefano Pilia, Pablo Picasso, Alberto Savinio, Antonio Muzzi, Enrico Romolo

  • Anteprima

    Mainolfi / Bestiario

    a cura di Guido Curto e Clara Goria

    pagine: 96
    formato: 20 x 24 cm
    data di pubblicazione: novembre 2025
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn 9788877573254



    €18,00

    Luigi Mainolfi (Rotondi, 16 febbraio 1948) è uno scultore italiano che, noto a livello internazionale, è uno dei principali rappresentanti della cosiddetta scultura post-concettuale, impostasi al principio degli anni Ottanta.

    Oltre venti sculture di Luigi Mainolfi, realizzate tra il 1978 e il 2020, sono state ospitate nella Corte d’Onore, nel Gran Parterre dei Giardini della Reggia di Venaria e nella Cappella di Sant’Uberto nell’estate del 2024.

    Dalle sculture a tema zoomorfo deriva il titolo, Bestiario, che rimanda ai codici miniati medievali illustrati con animali reali e immaginari, ma anche alla zoologia fantastica di Jorge Luis Borges. Un tema ricorrente in Mainolfi, già autore del Bestiario del Sole con le sue policrome creature metamorfiche tra mito e fiaba. Il Bestiario mainolfiano si insedia nelle architetture, invade le verdi geometrie dei giardini ed entra in contatto con la viva presenza di cerbiatti e altra fauna selvatica del parco e del bosco circostante. Creature fantastiche e mutanti, in dialogo con le favole e gli animali modellati e dipinti della Reggia di Venaria, interamente dedicata nel Seicento al mito di Diana, dea della luna e della caccia.

     

    Luigi Mainolfi (1948) pratica una scultura realizzata con materiali naturali come terracotta, gesso, legno, pietra lavica, o fusioni in bronzo, elaborando un suo personale linguaggio attraverso cui evoca le culture popolari del nostro Paese.

    Mostra Mainolfi. Sculture. Bestiario

    La Venaria Reale, Venaria, Torino, 21 Giugno 2024 – 10 Novembre 2024

  • Echos n.1

    Echos

    a cura di Sergio Ariotti

    pagine: 92
    formato: 18 x 25 cm
    data di pubblicazione: maggio 2025
    confezione: brossura
    lingue: italiano/inglese
    isbn 9788877573209



    €12,00

    All’interno del progetto Echos, un pas de deux tra arte visiva e teatro, i due artisti, Alfredo Jaar e Romeo Castellucci, uno per ognuno dei due linguaggi, si trovano a rispondere alle stesse domande, come di fronte a un immaginario specchio. La struttura del doppio, dello specchio appunto, riflette e incrocia idealmente i differenti sguardi, gli approcci e i risultati che trovano – non a caso – sorprendenti comunanze. Alfredo Jaar e Romeo Castellucci, personaggi di spicco nella crea-zione contemporanea, sono i protagonisti del primo volume.

    (In occasione del Festival delle Colline Torinesi, in anteprima assoluta, attualmente disponibile sul sito hopefulmonster e nel bookshop della Fondazione Merz di Torino).

     

    Romeo Castellucci, regista, creatore di scene, luci e costumi, è tra i più significativi autori del teatro contemporaneo. Diplomato in pittura e scenografia all’Accademia di Belle Arti di Bologna, nel 1981 è co-fondatore della Socìetas Raffaello Sanzio. Nel 2005 è stato direttore della sezione teatro della Biennale di Venezia e nel 2008 è stato artista associato della 62a edizione del Festival d’Avignon. Vincitore del Leone d’oro alla carriera nel 2013, l’anno successivo gli è stata conferita la laurea ad honorem in musica e teatro dall’Università di Bologna. Tra le sue creazioni più recenti: le opere teatrali Il Terzo Reich (2020), Bros (2021), la regia delle opere liriche Pavane für Prometheus IX (2021) e Il Castello di Barbablù (2022), l’azione pubblica Milano (2021) e l’installazione domani (2022).

    Alfredo Jaar è un artista, architetto e regista cileno Vive e lavora a New York. Ha studiato architettura durante il regime dittatoriale in Cile e si è trasferito a New York nel 1982. Il suo lavoro si concentra su questioni socio-politiche, sulla semiotica delle immagini, sui temi dell’utopia e del fallimento. Ha partecipato alla Biennale d’Arte di Venezia (1986, 2007, 2009, 2013), alla Biennale di San Paolo (1987, 1989, 2010, 2021) e a Documenta (1987, 2002). Ha ricevuto l’Hiroshima Art Prize nel 2018 e l’Hasselblad Award nel 2020. Le sue opere sono state esposte in tutto il mondo.

  • Mario Merz Igloo. Catalogue Raisonné Vol. 1

    pagine: 560
    formato: 23 x 27 cm
    data di pubblicazione: settembre 2024
    immagini: 350 col. e b/n
    confezione: brossura cucita cartonata
    edizione italiana
    isbn: 9788877572615



    €75,00

    Il primo volume del catalogo ragionato dell’opera dell’artista è dedicato agli igloo. Basato sull’esaustiva ricerca condotta dalla storica dell’arte Maddalena Disch, è un progetto editoriale di Fondazione Merz, con il supporto del Comitato Scientifico ed Editoriale composto da Mariano Boggia, Luisa Borio, Richard Flood, Beatrice Merz, Frances Morris e Vicente Todolì. Il volume è introdotto da un testo a firma di Beatrice Merz e dal saggio di Maddalena Disch. Ogni opera è presentata con una scheda analitica storica e biografica coadiuvata da accurati riferimenti bibliografici e da un esauriente repertorio fotografico.

    Il volume include testi dell’artista e interviste a Jean-Christophe Ammann, Mirella Bandini, Sergio Barana, Matteo Benvenuti, Achille Bonito Oliva, Germano Celant, Bruno Corà, Danilo Eccher, Corinna Ferrari, Piero Gilardi, Marlis Grüterich, Claudio Guarda, Michael Haerdter, Richard Koshalek, Corrado Levi, Salvatore Licitra, Beatrice Merz, Linda Morris, Fumio Nanjo, Suzanne Pagé, Gabriele Perretta, Bartolomeo Pietromarchi, Mila Pistoi, Barbara Reise, Giuseppe Risso, Harald Szeemann, Laura Tansini, Caroline Tisdall, Tommaso Trini, Paolo Vagheggi, Gemma Vincenzini e Francesco Vincitorio; oltre a una nota biografica e alla bibliografia a cura dell’Archivio Merz.

    Il libro, costituito da 560 pagine e 350 immagini, esce in due edizioni, una in lingua italiana e una in lingua inglese.

     

    Il progetto è realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Italian Council (2023).

  • Khalil Rabah. Through the Palestinian Museum of Natural History and Humankind

    pagine: 256

    formato: 15 x 21,5 cm
    data di pubblicazione: aprile 2024
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn: 9788877573124



    €37,00

    A Torino, per la prima volta, il Palestinian Museum of Natural History and Humankind di Khalil Rabah assume la forma di un cantiere archeologico, in cui il visitatore è invitato a immergersi in un racconto storico restituito attraverso testimonianze e indizi. Negli spazi della Fondazione Merz, l’artista sfida il ruolo del museo come mero contenitore e si focalizza sull’arte come strumento di interpretazione e correzione della storia. La pratica artistica di Khalil Rabah spazia tra pittura, scultura e installazione per costruire un’analisi lucida e attenta della storia e delle sue interpretazioni, mettendone in discussione le modalità narrative e la percezione che generano. Tematiche fondamentali come il cambiamento, la memoria e l’identità si intersecano nei suoi lavori, creando nuovi
    modi di rappresentare le comunità e i rapporti che le compongono.

    Il catalogo accompagna il progetto concepito da Khalil Rabah per la Fondazione Merz e nasce come estensione del Palestinian Museum of Natural History and Humankind (PMNHH). Sviluppato come un’istituzione museale nomade che l’artista ha inaugurato nel 2003, il museo di Rabah, che comprende dipartimenti come geologia, botanica e paleontologia, ha visto diverse iterazioni in tutto il mondo e si identifica come un progetto in continuo divenire.

     

    Khalil Rabah è un artista concettuale palestinese nato a Gerusalemme nel 1961. Ha studiato Architettura e Belle Arti presso l’Università del Texas ad Arlington e ha risieduto negli Stati Uniti per oltre un decennio. Le sue mostre personali più recenti includono Casa Árabe, Madrid (2016); Kunsthaus Hamburg (2015); e-flux, New York (2013); e Beirut Art Center (2012). Oltre a importanti mostre collettive, tra cui Manifesta 12 Palermo (2018); la Biennale di Sharjah (2017); la Biennale di Marrakech (2016); la Biennale di Kochi-Muziris (2014); la Biennale di Salonicco (2013); il Mori Art Museum, Tokyo (2012); Mathaf, Doha (2010); e la Biennale di Venezia (2009). Rabah è l'iniziatore e il direttore artistico della Riwaq Biennale e un cofondatore della Al Ma'mal Foundation for Contemporary Art di Gerusalemme. Dal 2011 al 2015 ha fatto parte del comitato curriculare del programma Home Workspace di Ashkal Alwan a Beirut, in Libano.

  • Francesco Lo Savio. Colore Luce Spazio

    I Mostri Saggi

    prefazione di Maria Passaro

    pagine: 176
    formato: 16 x 22,5 cm
    data di pubblicazione: gennaio 2024
    confezione: brossura
    lingua: italiano

    isbn: 9788877573087



    €18,00

    Siamo a Roma, alla fine degli anni ’50, quando la scena artistica italiana è in grande fermento. Uno dei protagonisti del dibattito sul rinnovamento delle arti è il pittore Francesco Lo Savio, tra le personalità più problematiche dell’avanguardia post-informale italiana.
    Lo Savio è partecipe della rivoluzione, non solo italiana ma internazionale, di una generazione di giovani artisti che vogliono distaccarsi dalla precedente cultura informale per approdare a un nuovo meccanismo di costruzione dell’opera d’arte, incentrato sulle qualità insite alla pittura stessa.
    Nel panorama della letteratura critica si sentiva la mancanza di una visione più dettagliata e organica del suo operato. Il complesso lavoro di Angelo Di Modica costituisce un contributo rilevante per ricostruire a pieno la difficile e significativa storia artistica e umana di Francesco Lo Savio. Indaga l’intero percorso dell’artista in tutti i suoi passaggi fondamentali e ne restituisce un’immagine il più possibile definita. Ne misura le ragioni e le circostanze dell’arte, gettando nuova luce su momenti della sua ricerca non ancora sufficientemente indagati e allo stesso tempo ritrovando tematiche e personaggi che hanno fatto il racconto del secolo scorso.

     

    Angelo Di Modica è dottore di ricerca in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico-artistica (2022) e borsista presso il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Salerno. Storico dell’arte, ha pubblicato saggi e contributi sulle esperienze artistiche italiane del Novecento con particolare attenzione alla scena romana tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta.